Le 6 caratteristiche di un ottimo codesign

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Il codesign è una disciplina che oggi va di moda in molti settori.

 

Si tratta di una strategia collaborativa, incentrata sul processo di progettazione (se vuoi saperne di più, leggi il mio articolo Il co-design per i tuoi articoli in zama: cos’è e come funziona).

 

Visto il grande interesse che sta suscitando negli ultimi tempi, le offerte delle aziende che lo propongono sono sempre più numerose.

 

Lo stesso si può dire per il mondo della zama. Sono diversi i fornitori che hanno iniziato a proporre il co-design, come servizio “aggiuntivo” che comporta ovviamente dei costi extra per i loro clienti.

 

Purtroppo, il dilagare di offerte poco chiare e troppo generiche ha fatto sì che si venisse a creare un po’ di confusione.

 

Per alcuni produttori il co-design non è stato interpretato come uno strumento per migliorare la qualità dei prodotti, ma come un’opportunità per attirare nuovi clienti od aumentare le proprie tariffe.

 

Ecco perché, in giro, puoi trovare degli improvvisati che dicono di “fare codesign” senza, però, applicarlo nella maniera corretta.

 

Per questo, se oggi ti stai chiedendo “faccio o non faccio il co-design? ”…

…la mia risposta non può essere solo affermativa o negativa.

 

Il codesign è una risorsa eccezionale per la tua produzione in serie.

Può portarti risultati davvero eccellenti.

Ma dev’essere fatto nella maniera corretta.

 

Pagare in più per un servizio approssimativo, mal gestito o poco efficace ti può portare solo amarezza. Il risultato rischia di diventare una perdita di fiducia da parte tua nei confronti del metodo. Il che sarebbe un vero peccato, perché un buon co-design può davvero aiutarti.

 

Ricorda che non si tratta di un processo così semplice come potrebbe sembrare. Per questo non lo sanno fare tutti.

 

Si basa su un fragile equilibrio tra le parti coinvolte e ci vuole un metodo di lavoro capace di mixare sapientemente gli ingredienti.

 

“Alberto, come posso sapere se l’azienda che mi ha proposto il co-design è affidabile?”

 

“Come posso riconoscere un buon codesign da un servizio improvvisato?”

 

Sono molti gli aspetti che dovresti tenere in considerazione, e spiegarli tutti in un solo articolo potrebbe essere un po’ riduttivo.

 

Ma puoi da subito capire se una collaborazione in codesign è valida o meno prestando attenzione a 6 requisiti fondamentali.

 

Se viene a meno uno di questi, dovrebbe scattare per te il campanello di allarme. Vediamo allora quali sono.

 

Le 6 caratteristiche che dovrebbe avere un processo di codesign fatto bene

 

Noi di Zama Solutions il codesign lo pratichiamo da 20 anni.

 

In tutto questo tempo abbiamo avuto modo di migliorarci, testare, imparare dagli errori e così facendo ci siamo perfezionati giorno dopo giorno.

 

Ragionando sul lavoro fatto da me e dal mio staff, ho potuto identificare 6 elementi chiave che non devono mai mancare in un co-design fatto come si deve.

 

1 – Il codesign deve essere incentrato sull’utilizzo finale del prodotto.

 

Se un componente è un elemento chiave del prodotto – e ne influenzerà il funzionamento finale – andrà progettato e studiato con estrema precisione.

 

Per questo dev’esserci un costante confronto tra:

 

  • il progettista, che sa come può venir realizzato nella pratica;
  • il partner tecnico, che si occuperà di industrializzare e produrre il componente in esame;
  • il cliente, che conosce per intero il progetto definitivo.
2 –  Bisogna focalizzarsi sul risultato.

 

Non ha senso concentrarsi troppo su ciò che non va nel processo attuale.

Noi lo abbiamo capito nel tempo e per questo oggi cerchiamo di vedere il percorso a ritroso, partendo dai risultati che stiamo cercando.

 

Altrimenti è normale che si verifichino dei problemi.

 

Lo vediamo nei progetti già pronti che ci consegnano i clienti che non vogliono fare il codesign:

 

– a volte vengono realizzati pensando al pezzo in sé, senza contestualizzarlo con il funzionamento del prodotto da ottenere;

 

– viceversa, in altri casi, si è pensato solo al funzionamento del pezzo e poco alla fattibilità pratica della sua produzione.

Proprio per risolvere tutti questi problemi e trovare un accordo tra le diverse esigenze, noi offriamo l’unico servizio di co-design che si avvale su un metodo matematico:

Il sistema di analisi capace di ottimizzare il tuo componente già in fase di progetto, riducendo oltre il 97% delle difficoltà che potrebbero verificarsi lungo il percorso produttivo.

3 – Sapere utilizzare i prototipi quando necessario.

 

Nel codesign in alcuni casi è richiesto l’utilizzo di prototipi.

Perciò chi si occupa della strategia collaborativa deve anche essere in grado di testare se le idee funzionano nella pratica, per poi svilupparle e perfezionarle ulteriormente.

 

Dal momento che i costi ed il tempo per l’esecuzione di un prototipo sono generalmente elevati, il responsabile della prototipazione dovrà essere molto preparato. Per prima cosa, infatti, dovrà capire in quali casi i dati raccolti con l’analisi preliminare suggeriscono l’utilizzo di un prototipo per aumentare le probabilità di successo del progetto.

 

4 – Rendere le idee visibili e tangibili al cliente

 

Chi commissiona un pezzo in zama non sempre possiede gli stessi strumenti e le stesse conoscenze del fornitore/progettista. Per questo bisogna cercare di trasformare alcuni concetti in un linguaggio a lui comprensibile.

 

Ma non solo, è importante rendere il progetto concreto ai suoi occhi, affinché possa apprezzare da subito il risultato finale.

 

Per aiutarlo a comprendere meglio alcuni passaggi, noi utilizziamo ad esempio i disegni, i grafici, i modelli 3D, ecc.

 

5 – Riunire le opinioni dei diversi professionisti coinvolti in un progetto.

 

Un buon codesign tiene conto non solo delle esigenze del progettista e del cliente, ma coinvolge anche le altre figure che lavorano sul processo. Ad esempio è importante il contributo di chi realizza lo stampo, di chi segue la produzione, ecc.

 

È ovvio che se i professionisti appartengono tutti ad aziende diverse, diventa complicato riuscire a coinvolgerli nella fase preliminare. Infatti, già solo coordinare tutte queste figure, diventa spesso difficile.

 

E, per fare questo, ovviamente i tempi ed i costi non fanno altro che aumentare.

 

Per questo, un codesign “da manuale” è quello che si realizza in un’azienda che segue tutti i passaggi internamente: dalla progettazione alla produzione dello stampo fino all’intero processo di pressofusione.

 

Come facciamo noi, che abbiamo tutte le risorse interne per iniziare dallo studio del disegno fino a mettere tra le tue mani il componente finito.

 

6 – Ci deve essere fiducia reciproca tra tutte le parti coinvolte.

 

E questo vale sia che si tratti di figure interne all’azienda, che appartenenti a realtà diverse.

 

Tieni presente che anche in una stessa azienda le varie funzioni hanno obiettivi differenti e contrastanti, e questo può generare fratture e tensioni tra persone che invece dovrebbero collaborare nel medesimo progetto.

Sai come abbiamo risolto noi queste discussioni? Risolvendo subito ogni problema tramite 

In questo modo riusciamo ad evitare ai nostri clienti tensioni continue e a portare dei benefici nell’ambiente lavorativo e, di conseguenza, anche alle casse aziendali. Come abbiamo fatto? Con il sistema ZINCode.

E’ unico e lo trovi solo nella nostra azienda, poiché è stato creato da me in persona!

Come avrai capito, non solo il codesign dev’essere eseguito nella maniera corretta, ma anche le persone che se ne occupano devono saper gestire il processo con professionalità ed esperienza.

 

Il coinvolgimento di tutte le parti dev’essere infatti pianificato e guidato, affinché avvenga nel modo migliore e più produttivo possibile.

 

Per questo lo staff responsabile di questa fase iniziale dev’essere non solo preparato e qualificato, ma deve possedere anche delle caratteristiche personali ben definite.

 

Quali sono le qualità che devi cercare nei tuoi collaboratori per ottenere un buon codesign?

 

Quando si parla di co-design, ovvero di collaborazione, sono molto importanti i dati ma anche le caratteristiche umane di chi viene coinvolto, e soprattutto di colui che ha la responsabilità di pianificare il percorso.

 

Perché, alla fine, quello che conta davvero è riuscire a lavorare in un ambiente sereno, dove tutti remano nella stessa direzione.

 

Vediamo allora quali sono le caratteristiche umane che fanno funzionare al meglio il metodo del codesign.

 

  • Saper ascoltare.

Il co-design è: proporresuggerire ideechiarire delle esigenze, ma per buona parte è anche ascolto.

 

Per questo, la prima cosa sulla quale io e il mio staff ci concentriamo è nel porre le domande corrette al cliente, prestando attenzione alle sue parole di risposta.

 

  • Aver voglia di imparare.

La curiosità permette di apprendere più in fretta.

Essere aperti ed interessati a ciò che non si conosce, indagare, chiedere, scoprire il perché, cercare di capire le esigenze di chi ci sta di fronte ed aprire la mente: sono questi gli ingredienti di un codesign vincente.

 

  • Essere “liquidi”.

Quando ci si rapporta in un progetto di questo tipo, riunendo tra loro persone con background e punti di vista differenti, è importante saper rilevare le diversità di ciascuno ed amalgamare tra loro le esperienze e le prospettive.

 

Per questo bisogna imparare ad essere “liquidi”: per riuscire ad ampliare il proprio punto di vista sulle cose.

 

Questa, comunque, non è una modalità di percezione facile da ottenere. Prima di tutto ci vuole rispetto, onestà, umiltà ed obiettività.

 

  • Essere coraggiosi.

Le persone coraggiose sanno che tutto è possibile. Sono ottimiste e si impegnano per risolvere i problemi tosti.

 

Chi è coraggioso non ha paura di mettersi in discussione. Sa che qualsiasi sfida può essere superata, con impegno e collaborazione.

 

Ho notato che le persone più coraggiose del mio team sono anche quelle che sanno trasmettere sicurezza al cliente, e pur essendo rispettose ed oneste, riescono a guidarlo con chiarezza nella visione degli obiettivi futuri.

 

Ecco, questi sono i principi sui quali è bene focalizzarsi per costruire una squadra di professionisti del co-design vincente.

 

Tieni presente che io per primo seguo questi criteri di selezione per scegliere i miei collaboratori.

 

Alla base di tutto, vorrei farti notare che c’è un concetto molto importante:

le persone sono risorse.

 

Le loro competenze vengono perciò utilizzate nel processo di cambiamento.

 

L’importante è che tutte le figure siano coinvolte alla pari nel progetto e si impegnino a contribuire al massimo. È solo così che tutti possono trarre un grande vantaggio dalla collaborazione reciproca.

 

E infine ricorda ancora una cosa: anche se al centro del codesign ci sono le persone e le loro conoscenze, queste devono essere guidate dai dati.

 

Per evitare incomprensioni, tensioni o problemi, l’unica soluzione è seguire una linea guida chiara ed inconfutabile.

 

E solo un approccio scientifico può darti tutto questo.

Da qui la decisione di creare

il metodo di analisi matematica capace di vagliare i dati e le prestazioni del tuo progetto, per darti un componente finale al massimo dell’ottimizzazione, che ti farà ottenere l’approvazione di tutte le figure coinvolte nella sua realizzazione.