Sicurezza e rispetto ambientale: perché la zama è meglio della plastica.

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Abbiamo già parlato dei vantaggi produttivi che la zama offre rispetto al plastica (Lo stampaggio ad iniezione plastica è davvero la tecnologia più economica per i tuoi componenti?).
Ora andrò ad approfondire un altro aspetto, legato al processo di lavorazione di entrambi i materiali: la sicurezza ed il rispetto per l’ambiente.
Due facce della stessa medaglia, perché sempre di tutela si parla: per le persone che lavorano all’ interno dell’azienda e per il mondo esterno.

Ti rivelerò subito che su questi argomenti la zama è vincenteIn fondo, non è un mistero il grande inquinamento generato dal mancato riciclo della plastica, responsabile di molti problemi ambientali. 
Ma se lo smaltimento della plastica è un grosso limite per il mercato delle industrie, anche la sua produzione può risultare dannosa per chi ci lavora a stretto contatto.

Allora, vediamo nello specifico perché effettivamente la zama è più vantaggiosa in termini di sicurezza e tutela ambientale rispetto alla plastica.

Risparmio energetico

L’energia utilizzata in un processo industriale è sicuramente un fattore di inquinamento, oltre che di spesa da parte dell’azienda. Quindi meno ne viene consumata, meglio è.
La zama, è da dire, richiede maggiore energia per la sua fusione.
Però – considerando che nella stessa unità di tempo, con le leghe di zinco puoi riuscire a realizzare più pezzi – è probabile che alla fine il risparmio venga compensato: con la zama hai bisogno di più energia, ma la produzione avviene in un arco temporale più ristretto, rispetto alla plastica.
Perciò è difficile fare una stima a priori.
La soluzione migliore sarebbe analizzare caso per caso e cercare di trarre le migliori conclusioni pratiche a seconda del progetto.

Sicurezza

L’aspetto della sicurezza a livello industriale è sempre un argomento delicato e di estrema importanza.
Ogni materiale ha le sue esigenze di lavorazione, ma non solo. Ciascuna produzione è regolamentata da precise normative che vanno rispettate.
Per pressofondere la zama, ad esempio, è fondamentale adottare tutti gli accorgimenti possibili, al fine di evitare ustioni e proiezione di schizzi del materiale fuso.
Lo stesso avviene per la plastica.
Ma questa materia prima presenta un altro problema ben più difficile da gestire: la fuoriuscita di fumi puzzolenti.
La zama calda infatti è inodore.
Nella mia azienda, poi, utilizzo degli ottimi impianti di aspirazione, che servono per asportare e filtrare i vapori che si sviluppano nella fase di lubrificazione degli stampi.
Per contro la plastica, appena viene scaldata, inizia a sviluppare degli odori insopportabili.
Non a caso gli addetti allo stampaggio della plastica hanno sovente il mal di testa.
Hai mai visto andare a fuoco un deposito di rifiuti? Vedi innalzarsi una timida colonna di fumo nero, che ben presto si espande e pervade di odori pungenti tutta l’aria circostante. Ecco, la stessa cosa succede, in piccolo, dentro ad ogni stamperia.
È ovvio che un’azienda, per essere a norma, non può lavorare in tali condizioni. Deve installare degli impianti capaci di aspirare e filtrare l’aria di continuo. E il tutto va monitorato costantemente, perché alla fine deve funzionare alla perfezione.

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Elevata compatibilità ambientale

A differenza delle problematiche che presenta il riciclaggio della plastica, nel caso delle leghe di zinco possiamo dire che sono continuamente riutilizzabili nel tempo. La zama, infatti, può venir fusa e prender nuova forma praticamente all’infinito.

Inoltre, anche se per errore più metalli dovessero mescolarsi assieme, sarebbe possibile recuperare i singoli materiali senza dover rinunciare al loro totale riutilizzo.

Questo perché i metalli presentano importanti differenze tra loro, in termini di massa volumica e di proprietà magnetiche (ad esempio con il ferro) per cui è possibile la separazione dei componenti, anche se in forma già liquida.

Inoltre, sono caratterizzati da differenti temperature di fusione e hanno la tendenza a stratificare (per rendere meglio l’idea, il fenomeno di separazione è simile a quello che avviene con l’olio e l’aceto se vengono messi all’interno dello stesso contenitore).

Il riciclaggio della plastica è sicuramente più costoso rispetto al quello della zama.

Il problema dell’inquinamento e le limitazioni nel riutilizzo della plastica hanno portato molte aziende a fare marcia indietro, sostituendo questa materia prima con altre molto più eco-sostenibili, tra cui la zama.

Anche perché è la richiesta di mercato, prima di tutto, a spingere verso la sostituzione dei materiali plastici con altre sostanze meno inquinanti.

Tutto ciò, dal momento che i problemi ambientali causati dalla plastica sono: 

  • Gli odori forti e le esalazioni tossiche rilasciate nell’aria.
    Di questo aspetto abbiamo già parlato nel punto sopra.
  • La dispersione nell’ambiente e la bassissima biodegradabilità.
    Un componente di plastica impiega moltissimo tempo per degradarsi: dai 100 ai 1000 anni perché un oggetto si disperda.
    In realtà, una volta distrutto, rilascia nell’ambiente nano e microparticelle altrettanto tossiche ed inquinanti, che vengono assorbite dalla fauna ambientale ed entrano nell’ecosistema e nella nostra catena alimentare.

 

  • Grosse limitazioni in fase di riciclo dei rifiuti di plastica.
    Soltanto il 15% dei rifiuti di plastica viene riciclato nel mondo.
    In Italia siamo più bravi perché arriviamo al 43%, anche se comunque siamo classificati come il terzo paese che disperde più plastica nel Mar Mediterraneo.
    Questo significa che il restante 57%, viene bruciata negli inceneritori con dispersione di sostanze tossiche o rilasciata nell’ambiente, dove i danni che crea sono ogni anno sempre più ingenti.
    Laurence Maurice, dell’Istituto francese di ricerca per lo sviluppo (IRD) ha affermato che ogni anno muoiono 1 milione e mezzo di animali a causa del mancato riciclo della plastica e questo dato impressionante è destinato solo che a peggiorare se non ci limitiamo nel suo utilizzo.

Ma come mai non tutta la plastica viene riciclata?
Il problema è legato alla differenziazione corretta della plastica stessa. 
Molto spesso viene cestinata assieme a prodotti errati (ceramiche, vetro, ecc.) e questo ne rende impossibile il recupero. 
Anche se vengono mescolati tra loro materiali sempre plastici, ma appartenenti a famiglie diverse, il riciclaggio della plastica non si può fare agevolmente. Queste materie sono spesso chimicamente incompatibili tra di loro e non è sufficiente rifonderle come capita con i metalli.

E, infine, bisogna tener conto che il riciclo della plastica può avvenire solo un limitato numero di volte. E ogni volta per componenti sempre meno pregiati. 
Ad esempio, il materiale vergine si utilizza per i pezzi più estetici, mentre la plastica di riciclo è impiegata solo per la produzione dei componenti nascosti.
Quindi possiamo concludere che la plastica non ha una vita potenzialmente infinita come potrebbe avvenire per la zama.

Come hai visto, i vantaggi di lavorare con la zama e le possibilità che offre rispetto ad altri materiali, come la plastica, sono molti. Se stai pensando di iniziare a produrre dei nuovi componenti in zama, contattami subito!

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